Il 6 aprile 2020, nell’ambito del progetto Amif Libes “Life Beyond the Shelter”, finanziato dall’UE, che ci vede partner insieme a Fundació Surt, CAW Antwerpen, SOLWODI International e Payoke Vzw come ente capofila, è uscito “Un mondo in cui credere“, un report sui bisogni delle vittime della tratta di paesi terzi in transizione, dai centri di accoglienza alla vita in autonomia nei paesi ospitanti.
La relazione, condotta da cinque organizzazioni che offrono assistenza alle vittime in Belgio, Germania, Italia e Spagna, analizza i complessi bisogni delle vittime di tratta e le loro esigenze durante il passaggio dall’assistenza istituzionale, erogata in modalità residenziale o come servizio di supporto territoriale, alla vita in autonomia. Nonostante la maggior parte degli Stati membri dell’Unione Europea disponga di un sistema di supporto alle vittime di tratta ben consolidato, che offre una prima risposta di assistenza a breve termine, c’è ancora molto da fare per ampliare la risposta di assistenza a lungo termine.
Lo scopo del report è quello di raccogliere informazioni da fornire alle organizzazioni che supportano le vittime di tratta, seguendo le esigenze di quest’ultime attraverso una prospettiva culturale e di genere, al fine di rendere più efficaci gli interventi di assistenza in questa delicata fase.
La raccolta dei dati ha incluso le interviste alle vittime di tratta, la revisione della letteratura e i focus group con gli operatori e le operatrici sociali, psicologi e psicologhe e altri professionisti.
I focus group hanno evidenziato i punti deboli e i punti di forza nel servizio e nel supporto fornito alle vittime, che hanno svolto un ruolo attivo nella valutazione dei bisogni attraverso 54 interviste semi-strutturate condotte tra dicembre 2019 e febbraio 2020. Il campione di partecipanti adulti esposti a diversi tipi di vittimizzazione e sfruttamento, comprendeva:
? 40 donne vittime di sfruttamento sessuale (24 donne nubili, di cui 5 in gravidanza e 14 madri con bambini)
? 14 uomini vittime di sfruttamento lavorativo
Tra di loro, 27 vittime erano ancora assistite dalle strutture di accoglienza (23 donne e 4 uomini) e 27 vittime ne erano uscite (17 donne e 10 uomini). L’età media era di 29 anni. I paesi di origine più rappresentati erano Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Camerun, Pakistan, Marocco e Venezuela.
Dal rapporto emerge come l’assistenza a breve termine sia generalmente insufficiente a sostenere l’integrazione sociale ed economica delle vittime di tratta. Durante la transizione a una vita autonoma emergono esigenze molto specifiche, e la mancanza di un sostegno a lungo termine di tale specificità può non solo
compromettere il progetto di vita della persona nella riacquisizione della propria fiducia, ma anche far scaturire delle dinamiche pericolose che possono condurre alla ri- vittimizzazione.
Quando le vittime lasciano la struttura di accoglienza provano ad andare avanti con le proprie vite e ad affrontare molteplici sfide. Le organizzazioni devono garantire che le vittime dispongano degli strumenti necessari per prendere decisioni consapevoli e per avere accesso ai diritti fondamentali, e sfruttare appieno le opportunità e le risorse necessarie per partecipare attivamente, socialmente ed economicamente alla vita della loro comunità ospitante, con standard di vita accettabili. Gli operatori e le operatrici sociali che guidano le vittime nel loro percorso verso l’autonomia dovrebbero incoraggiarle a fare delle scelte per il proprio benessere, favorire la stabilità emotiva e superare le barriere verso un’inclusione, migliorando al contempo la sicurezza, evitando la
ri-vittimizzazione e mitigando i rischi di stigmatizzazione sociale.
Il report ha sottolineato 10 aree di intervento in cui le vittime di tratta sembrano necessitare più supporto:
- Salute mentale e benessere
- Lingua
- Sicurezza e protezione
- Servizi pubblici e amministrazione
- Ricerca casa
- Organizzazione della casa e della famiglia
- Assistenza economica e gestione del denaro
- Inclusione economica
- Cura dei bambini e assistenza alla famiglia
L’assistenza a lungo termine è fondamentale per aumentare la sicurezza e la stabilità, delle precondizioni essenziali per avere un recupero completo e duraturo, che è un diritto fondamentale per ogni vittima di tratta di esseri umani.
L’articolo Un mondo in cui credere | Report sui bisogni delle vittime della tratta di paesi terzi proviene da On The Road Cooperativa Sociale.