Status irregolare e lavoro nero costituiscono l’humus sul quale attecchiscono varie forme di sfruttamento dei lavoratori. Il progetto di agricoltura sociale innovativa, finanziato dalla Regione Siciliana, Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, all’interno delle attività di P.I.U. Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020 sta mettendo radici a Catania per contrastare la diffusione di economia sommersa, lavoro nero, discriminazione. L’iniziativa etnea è innovativa perché genera contemporaneamente imprenditorialità, accoglienza e inclusione socio-lavorativa di persone provenienti da paesi terzi.
È così che in mezzo ettaro di orto sociale, tra il litorale della Plaia e la zona industriale di Catania, sta crescendo il futuro di alcuni migranti. Nella terra messa a disposizione dall’Istituto tecnico agrario Eredia saranno loro stessi a pianificare lo sviluppo virtuoso di due nuove realtà produttive. Come in un giro di boa, stanno vivendo un riscatto dalle precedenti esperienze di caporalato. Nei prossimi mesi gestiranno due start-up, il loro obiettivo è farle crescere in autonomia e a lungo termine.
In questa specifica iniziativa il gruppo già attivo ha avuto l’opportunità di essere formato per entrare a far parte di una rete forte e qualificata costituita da partner pubblici e privati: al loro fianco ci sono istituzioni educative come il Centro Per l’istruzione degli adulti Catania 2 CPIA – che è soggetto capofila – l’Istituto tecnico agrario Eredia, l’organizzazione sindacale di Cisl, la Coldiretti, la cooperativa dei salesiani COL, il Consiglio italiano per i rifugiati CIR.
Le farm in via di sviluppo oggi contano 10 mila cespi tra lattughe, broccoli, sedano, cavoli, ai quali si aggiungono un campo di piselli e fave e una coltivazione che, in condizioni metereologiche favorevoli, dovrebbe produrre complessivamente 12 quintali di patate. Saranno recuperate prossimamente anche delle serre che al momento versano in stato di abbandono.
Il progetto è stato “seminato” a marzo del 2022. Il primo raccolto è previsto per l’inizio della prossima primavera. Il gruppo operoso, giorno dopo giorno, sta scoprendo i diritti del lavoro, le tecniche agrarie, le normative del settore, le logiche di gestione dei budget per la produzione e la commercializzazione di ortofrutta. Sarà costituita una cooperativa che offrirà ulteriore lavoro e concorrerà all’assegnazione dei fondi previsti dai bandi pubblici regionali, nazionali ed europei. Con il supporto di Coldiretti i prodotti raccolti entreranno nei mercati a chilometro zero della città di Catania.
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