Un anno di servizio civile con l’associazione On the Road onlus. Cosa significa? Quali esperienze, competenze ed emozioni mi porterò a casa? Abbiamo pensato di farvelo raccontare direttamente dai nostri volontari di servizio civile nell’anno 2017-2018. Questo è quello che ci hanno riportato.
Le nostre domande ad Andrea, volontario di servizio civile nell’area Accoglienza Migranti
C: Servizio civile ad On the Road, di cosa si tratta?
A: Durante quest’anno ho prestato servizio nella casa di Colli del Tronto, un centro di accoglienza straordinaria (CAS) dove vivono dieci ragazzi di diverse età e nazionalità.
Mi sono occupato di accompagnamenti sanitari e legali, acquisto di beni di prima necessità, in pratica, di servizi alla persona. Il mio ruolo era far sentire i ragazzi quanto più possibile accolti in questo Paese, in questa città.
A coordinare le attività, due fantastiche operatrici sociali, Fabiana e Marta, che mi hanno insegnato quanta pazienza, amore e dedizione ci vogliono in questo lavoro.
C: Cosa ti rimarrà di questa esperienza?
A: Grazie ad on the Road ho riscoperto la bellezza di donarsi all’altro e del servire, nel senso più nobile e bello della parola.
Una cosa che non dimenticherò mai è l’emozione di pochi giorni fa quando, alla fine della cena etnica Sapori Migranti da noi organizzata insieme ai ragazzi, Mouris nel pieno delle danze e della musica prende il microfono e davanti a più di cento italiani inizia a cantare ” Grazi Italia”. Un paese che in gran parte non lo vuole, perché in gran parte non lo conosce.
C: C’è una persona che non dimenticherai?
A: Senza questa esperienza non avrei mai potuto cantatare e ballare con Mouris e scoprire l’Iran nelle chiacchierate con Farid. Non avrei goduto dell’allegria e della voglia di vita di Happy.
Pensandoci bene, lontano da qui non avrei potuto abbattere i miei, seppur minimi, pregiudizi. Non avrei conosciuto le enormi capacità di Ibra, né la dolcezza di Mamoudou.
Non avrei capito davvero quanto difficile può essere la vita se nasci in un piccolo villaggio del Bangladesh e ti chiami Boudioum. Non avrei conosciuto il buon cuore di Jahangir, la serietà di Cherif, l’incredula gratitudine di Lamine e la forza d’animo di Pathe.
Mi chiedete una persona che non dimenticherò? Ve ne ho elencate dieci. Dieci motivi per cui la mia esperienza ad On the Road resterà indimenticabile.
Una cosa che non dimenticherò mai è Mouris che prende in mano il microfono e, davanti a più di cento italiani, inizia a cantare “Grazi Italia”. Un paese che in gran parte non lo vuole, perché in gran parte non lo conosce.
Servizio Civile ad On the Road
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