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Scuola di intercultura: il mondo in una regione

Scuola di intercultura: il mondo in una regione

Il mondo nella nostra regione: questa l’immagine complessiva dei partecipanti della seconda edizione della Scuola Regionale di Intercultura, tenutasi a Lecce dal 28 al 31 marzo 2023, negli spazi dell’Ex Convitto Palmieri. Venti corsisti e dieci uditori con background migratorio residenti nelle sei province pugliesi e provenienti da Italia, Albania, Gambia, Costa d’Avorio, Senegal, Nigeria Ghana, Marocco, Tunisia, Mali, Ucraina, Camerun, Guinea, Colombia, Brasile, Siria, Iraq, Algeria. 

Giovani impegnati a vario titolo nell’associazionismo pugliese, mediatori e mediatrici interculturali, aspiranti giornalisti, studenti e studentesse, attivisti, operatori del Terzo settore insieme per sperimentare attività formative basate sulle metodologie autobiografiche e interculturali, orientate a creare un senso di identità e di appartenenza comune, ma anche un confronto rispetto ai temi della cittadinanza, della partecipazione, dei diritti, delle competenze sul fenomeno migratorio e alle questioni ad esso connesse, partendo dalle specifiche traiettorie di vita e lavorative. In un clima di interazione creativa e dinamica, i partecipanti sono stati parte attiva di un percorso che, step by step, ha permesso loro di rafforzare e ampliare le conoscenze socio-culturali e professionali personali e di gruppo. 

Partecipanti, dunque, ma anche docenti, a loro volta: ciascun corsista è stato portavoce e insegnante nei quattro giorni rispetto alle pratiche e ai saperi sviluppati nei territori e nei contesti di provenienza. 

Accanto a loro, un gruppo di docenti, esperti e facilitatori, anch’essi in maggioranza con background migratorio, provenienti da altre regioni italiane e da esperienze di ricerca, di impegno nell’associazionismo interculturale e nel campo dell’innovazione dei servizi, dei diritti e dell’intercultura.

I laboratori, i seminari e le lezioni 

Attraverso attività esperienziali finalizzate a valorizzare il patrimonio culturale dei singoli, i laboratori di intercultura hanno coinvolto tutti i membri del gruppo in un confronto orizzontale che ha portato loro a sviluppare dinamiche favorevoli al rispetto e all’accoglienza reciproca.

Con l’ausilio di strumenti diversificati, i ragazzi e le ragazze hanno potuto riflettere sui meccanismi inconsci di costruzione quotidiana della realtà per allenarsi al riconoscimento di differenti punti di vista e al rispetto delle persone che ne sono portatrici.

I laboratori proposti da Zakaria Mohamed Ali, giornalista e documentarista, e dall’autrice Paule Yao, entrambi provenienti dall’esperienza maturata nell’ambito dell’Archivio delle Memorie migranti di Roma, si sono rivelati un percorso di scoperta di se stessi e dell’Altro, ma anche strumento per sviluppare strategie finalizzate all’empowerment di comunità e alla costruzione di una società più inclusiva. Le attività proposte hanno risvegliato la creatività personale dei partecipanti che si sono confrontati intersecando esperienze, sfide, idee e spunti di riflessione attraverso il metodo narrativo. 

Diversi i relatori e i referenti di associazioni delle province pugliesi e nazionali con cui i partecipanti della Scuola hanno avuto modo di confrontarsi. Tra questi, Mamadou Toure, dell’associazione torinese Generazione Ponte, Jean Baptiste Hamado Tiemptore, regista e studioso di arti performative fra l’Africa e l’Italia, e Monica Mc Britton, docente di diritto del Lavoro presso l’Università del Salento. Le conversazioni di gruppo e le lezioni di approfondimento si sono rivelate fondamentali per poter avviare un’analisi globale rispetto al fenomeno migratorio in ambito regionale e nazionale, che ha portato i presenti a riflettere sui temi della tutela dei diritti, dell’associazionismo, ma anche della rappresentazione pubblica dei cittadini stranieri quali elementi essenziali per avviare un approccio integrato che dia a tutti l’opportunità di proseguire risultati permanenti e a lungo termine, consapevoli della necessità di promuovere una maggiore presenza attiva di cittadini con background migratorio alla vita politica, culturale ed economica. 

Le quattro giornate hanno portato i partecipanti a interagire attivamente con i relatori, dando vita a un dialogo dinamico per fornire un quadro d’insieme integrale sui temi connessi all’interculturalità. Con Stefano Pasta, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si è discusso dell’evoluzione degli ambienti digitali e dei nuovi canali di diffusione dell’odio e dell’intolleranza che danno origine a comportamenti e atteggiamenti che incitano alla violenza e risultano discriminatori dei gruppi sulla base di principi etnico-razziali o politico-religiosi. Hamdan Al Zeqri, esperto in dialogo interreligioso e interculturale, ha sottolineato la necessità del confronto pacifico e del dialogo tra i culti religiosi quali elementi basilari per una società che collabora positivamente. 

 

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