Sarà presto disponibile il rapporto di ricerca sul fenomeno dell’imprenditoria delle donne straniere nelle regioni del Sud Italia, elaborato nell’ambito del Progetto Athena – Approaches To valorise the High EntrepreneuriAL potential of migrant women to contribute to their social and economic integration, di cui il Consorzio Nova è partner.
Il progetto ha durata di due anni ed è co-finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea. Obiettivo generale di Athena è contribuire all’integrazione economica e sociale delle donne migranti nella società europea, migliorando i servizi di sostegno all’imprenditorialità e creando un percorso imprenditoriale specifico, che tenga conto delle necessità e difficoltà da loro vissute.
La ricerca condotta nell’ambito di Athena offre dapprima una ricostruzione quantitativa del fenomeno dell’imprenditorialità dei cittadini migranti e, attraverso l’analisi di nove interviste semi-strutturate a donne migranti provenienti da Paesi Terzi e ad attori chiave con riferimento al fenomeno oggetto di studio, consente l’identificazione di bisogni, motivazioni e criticità incontrati dalle donne straniere imprenditrici o aspiranti imprenditrici in Sud Italia, in particolare in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia nelle fasi di avvio e gestione della propria attività. Tali elementi costituiscono un primo passo verso la creazione di un servizio di supporto all’imprenditoria rivolto alle donne migranti.
Le informazioni raccolte durante le interviste hanno consentito l’identificazione di nove motivazioni rilevanti a sostegno dell’avvio di un’attività imprenditoriale (migliorare le proprie competenze professionali, supportare la propria famiglia oppure la comunità di origine, far conoscere la propria cultura e identità, costruire uno spazio di crescita personale, autonomia e libertà, cogliere un’opportunità di inclusione sociale, riscatto ed emancipazione e partecipare a progetti di inclusione sociale), sette bisogni principali nel fare impresa – tra cui supporto all’ autonomia personale (attraverso, ad esempio, servizi di baby-sitting e trasporto), miglioramento delle competenze linguistiche, training in gestione di impresa, accesso ad informazioni chiare e opportunità di finanziamento e maggiori tutele da potenziali rischi – e cinque criticità incontrate nell’avvio e nella gestione di un’attività, legate ad aspetti economico-finanziari, alla complessa burocrazia italiana, alle limitate competenze personali, alla mancanza di fiducia e a differenze di genere che influenzano la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.