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Lo sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato

Lo sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato

di Fabio Sorgoni

Secondo il Rapporto Agromafie dell’Osservatorio Placido Rizzotto della FLAI CGIL i lavoratori agricoli coinvolti nel sistema del caporalato sono circa 400.000, l’80% dei quali sono stranieri.

L’agricoltura e il sistema agroalimentare rappresentano per le mafie uno dei business più remunerativi. Il volume d’affari nel 2017 è stato di 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30 per cento rispetto al 2015.

Il “fatturato” del caporalato è stimato in 9 miliardi di euro con 600 milioni di contributi evasi (Fonte: Rapporto #Agromafie2017: Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare).

On the Road è attiva su questo fronte dal 2012, quando ha cominciato a collaborare con enti locali, sindacati e enti datoriali nell’area di Avezzano, fornendo assistenza legale e presa in carico di vittime di grave sfruttamento provenienti dall’area agricola della Conca del Fucino.

Dallo scorso anno, con il progetto anti-tratta ASIMMETRIE finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, sono state attivate importanti collaborazioni con le Caritas di Termoli e di Avezzano, e con enti del terzo settore molisani (Faced e Dalla Parte degli Ultimi), per realizzare servizi di emersione dello sfruttamento, identificazione e presa in carico delle vittime. Sono state realizzate delle ricerche-azione che per acquisire elementi di conoscenza sul fenomeno, e sono stati contattati molti migranti lavoratori agricoli e molte persone ed enti che conoscono il fenomeno o ne sono direttamente coinvolti.

On the Road è attiva su questo fronte dal 2012, quando ha cominciato a collaborare con enti locali, sindacati e enti datoriali nell’area di Avezzano

I primi risultati

I risultati confermano la presenza di situazioni di sfruttamento lavorativo, diffusi in tutto il territorio, ma con concentrazione nelle are del basso Molise, al confine con la Puglia, e, con diverse modalità, nell’area del Fucino.

L’analisi dei risultati del progetto in questi territori è stata presentata nel Convegno Nazionale “Le mani sporche: sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato”, svoltosi a Pescara il 28-29 Novembre scorsi, dove numerosi progetti ed esperienze italiane presenti si sono confrontate con 250 partecipanti provenienti da molte regioni e tipologie di organizzazioni.

Al Convegno erano presenti, tra gli altri, Marco Omizzolo, sociologo, attivista e scrittore autore de “La Quinta Mafia”, molto attivo nel sostegno alla lotta dei lavoratori sikh sfruttati nelle campagne dell’agro pontino, Leonardo Palmisano, autore di “Mafia Caporale”, Tatiana Esposito, Direzione Immigrazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, David Mancini della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila) – si è discusso anche del legame tra lo sfruttamento dei migranti e il controllo delle filiere agroalimentari da parte delle mafie nostrane e straniere. Per combattere questo fenomeno è necessario agire su più fronti, e creare delle reti di collaborazione tra tutti gli attori che intervengono.

Per combattere questo fenomeno è necessario agire su più fronti e creare delle reti di collaborazione tra tutti gli attori che intervengono

Gli strumenti di contrasto

La collaborazione tra enti anti-tratta, sindacati, ispettorati del lavoro, forze dell’ordine e Procure, potrà portare sia alla liberazione di persone ridotte in schiavitù, che vivono in condizioni di soggiogamento e di precarietà, a volte subendo ricatti, minacce e violenze, che all’individuazione e punizione dei caporali, e, come prevede la nuova legge contro il caporalato, (L. 29 ottobre 2016, n. 199), dei proprietari dei fondi in cui sono sfruttati i lavoratori.

Nel progetto ASIMMETRIE 2 Abruzzo – Molise, iniziato lo scorso 1 Dicembre, On the Road ha deciso di aumentare l’investimento nelle attività di contrasto allo sfruttamento lavorativo, e di rendere stabile il servizio attivato attraverso le ricerche svolte lo scorso anno. Degli operatori sociali del progetto, insieme agli enti partner che lavorano sul territorio, continueranno l’attività di contatto dei migranti coinvolti nello sfruttamento lavorativo. Gli operatori offriranno consulenza legale sui contratti, sulle pratiche relative al soggiorno o alla richiesta di asilo e le relative procedure, e si attiveranno per segnalare alle forze dell’ordine e alla magistratura casi di sfruttamento, offrendo programmi di protezione alle vittime. Gli stakeholders del territorio verranno coinvolti in attività di capacity building tese a migliorare le competenze degli operatori e a creare una rete sensibile ed efficace nei territori.

Inoltre le attività sono inserite in una progettazione interregionale che permette di innescare collaborazioni e sviluppare pratiche comuni tra i progetti anti-tratta ASIMMETRIE 2 Abruzzo Molise e i progetti Anti-tratta regionali di Puglia e Calabria. Tra le altre attività, i tre progetti vogliono fornire ai migranti che transitano da una regione all’altra per seguire l’alternanza delle stagioni di raccolta (pomodori in estate in Puglia, arance in inverno in Calabria, ad esempio), delle informazioni (un vademecum multi-lingue) su come raggiungere i servizi di cui possono aver bisogno nei diversi territori.

È importante ribadire che lo sfruttamento dei migranti è solo una parte del sistema di controllo della filiera della produzione, trasformazione e distribuzione agroalimentare agito dalla criminalità organizzata, e che combattere questo fenomeno non significa solo restituire libertà e diritti a persone sfruttate, ma anche cercare di limitare i danni che le mafie apportano all’economia nazionale, oltre che alla democrazia e alla sicurezza.

Il coinvolgimento dei cittadini in questa battaglia per la legalità e i diritti, e contro la criminalità e lo sfruttamento, è essenziale. Il cittadino ha il diritto e il dovere di essere informato su questi fenomeni e di chiedere che i prodotti che acquista e consuma provengano da filiere sane, non inquinate dalla criminalità.

Lo sfruttamento dei migranti è solo una parte del sistema di controllo della filiera della produzione, trasformazione e distribuzione agroalimentare agito dalla criminalità organizzata

 

Credits: Foto tratte dal film The Harvest di Andrea Paco Mariani

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