Sono passati tre anni da quando Soumalia Sacko è stato ucciso, colpito alla testa da una pistola calibro 12.
Si trovava nell’ex Fornace La Tranquilla a San Calogero, in una vecchia fabbrica abbandonata sulla Statale 18, vicino Rosarno ,dove era andato a cercare delle lamiere, per la sua baracca e quella degli altri migranti con cui viveva nella tendopoli di San Ferdinando.
Soumalia Sacko era un giovane uomo, un padre, un migrante e un bracciante. Costretto a lasciare l’Africa, il Mali, a causa degli effetti del cambiamento climatico. È finito a fare il mestiere che la sua terra non gli permetteva più di fare in Calabria, un territorio da cui proviene circa un quarto della produzione nazionale di agrumi. Aveva 29 anni, era un sindacalista, un bracciante sfruttato e ucciso il 2 Giugno nel giorno della Festa della Repubblica.
Nel terzo anniversario della sua morte L’USB ha deciso di ricordarlo deponendo una corona di fiori sul luogo dove è stato ucciso durante una breve cerimonia che si è tenuta in mattinata nel comune di San Calogero (VV).
Nel pomeriggio, invece, l’ USB e il centro socio-culturale Nuvola Rossa hanno organizzato a Villa San Giovanni un’assemblea pubblica sulla condizione dei braccianti migranti nel periodo di pandemia. Al centro della discussione lo sfruttamento lavorativo, la precarietà abitativa, l’assenza totale di assistenza sanitaria e della possibilità di vaccinazione anti Covid. Nel corso dell’incontro è stata inoltre lanciata la campagna di sottoscrizione per l’acquisto di mezzi mobili per il sindacato di strada, per permettere di raggiungere i lavoratori nei posti di lavoro e negli insediamenti abitativi. La campagna di sottoscrizione è promossa da csc Nuvola Rossa, CISS, CRIC, Crocevia, Progetto Diritti, Associazione Accoglienza Controvento, Rete Iside Onlus.
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