Contrastare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del lavoro irregolare in agricoltura attraverso la realizzazione di un’azione di sistema interregionale mirata alla prevenzione, all’assistenza, all’integrazione e all’accompagnamento al lavoro regolare è la finalità cardine del progetto Di.Agr.A.M.M.I. Nord: diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholders e Multidisciplinari per l’integrazione e il Lavoro Giusto.
Nelle otto regioni coinvolte, le istituzioni e il terzo settore hanno rafforzato la loro presenza sul territorio, adoperandosi affinché venissero concretamente applicate le linee guida nazionali in materia di identificazione, protezione e assistenza. Le attività di emersione sviluppate nell’ambito del progetto mirano a migliorare e potenziare gli interventi di integrazione socio-lavorativa per le vittime o potenziali vittime provenienti da Paesi Terzi.
Rafforzare la cooperazione sul territorio può consentire l’emersione di vulnerabilità, siano esse visibili, quindi evidenti, o invisibili che richiedono una maggiore attenzione d’indagine.
L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) affianca l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) durante l’attività di vigilanza con il supporto di gruppi di mediatori culturali specializzati per superare le barriere linguistiche e culturali tra ispettori e lavoratori migranti, facilitando in questo modo l’emersione di pratiche di lavoro illecite e garantendo accompagnamento e protezione per i casi più vulnerabili.
Nel corso delle attività di supporto possono emergere situazioni di vulnerabilità di ogni tipo, in particolare casi di sfruttamento lavorativo, violenza domestica, casi di tratta sessuale, accattonaggio ed episodi di matrimonio forzato.
In questa prospettiva, la presenza di mediatori esperti all’interno dei circuiti che coinvolgono i cittadini provenienti da Paesi Terzi consente un’attenzione nei confronti di tali soggetti che, seppur presenti da tempo variabile sul territorio nazionale, non sono mai stati informati sui propri diritti e sulla possibilità di poter cambiare e migliorare la propria vita attivando un percorso di emersione e integrazione che renda la persona protagonista del proprio cammino e allo stesso tempo un cittadino attivo e libero in una società che lo riconosca in quanto tale.
Con particolare riferimento alla centralità del ruolo dei mediatori culturali sul territorio regionale, i mediatori e le mediatrici impegnati nel supporto alle attività di vigilanza risultano essere 8 in Lazio, 13 in Piemonte, 2 in Umbria e 15 in Veneto, con una copertura linguistica che comprende inglese, punjabi, hindi, urdu, arabo francese, bambara, bissa, mandinka, dioula, moore, spagnolo, bangla, georgiano e russo.
La strutturazione di un servizio organico di mediazione linguistica e culturale quotidianamente presente sul territorio per sensibilizzare la popolazione migrante garantisce una maggiore conoscenza dei meccanismi di protezione e accessibilità ai servizi che il territorio offre ai lavoratori stranieri.
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