NOVA | Consorzio nazionale per l'innovazione sociale
Un grande lavoro di squadra, concluso il progetto Diagrammi Nord

Un grande lavoro di squadra, concluso il progetto Diagrammi Nord

Dopo un percorso lungo due anni, martedì 6 e mercoledì 7 dicembre, nel Centro Congressi Roma Eventi Piazza di Spagna, si è tenuto il seminario finale interregionale del progetto Diagrammi Nord. Promosso da una partnership diversificata, attiva sui territori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche, il progetto ha realizzato interventi di integrazione socio-lavorativa finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura.

Accorsi numerosi, gli oltre cento partecipanti, provenienti da diverse realtà territoriali e istituzionali, hanno colto l’occasione per rivivere le complessità incontrate, le esperienze vissute, le similitudini e le diversità emerse nel contrasto al fenomeno del caporalato nella sua complessità.

In apertura dei lavori, Davide Fiatti, Flai Cgil, ha salutato i presenti affermando: «È stato un progetto molto grande, impegnativo per numero di partner e per il territorio che coinvolge. Noi siamo un’organizzazione sindacale non abituata a entrare in questi progetti. Però il caporalato è un problema che noi purtroppo affrontiamo da decenni. Il progetto Diagrammi ci ha permesso di metterci in contatto con soggetti e professionalità, andando oltre le otto ore di lavoro. Il consorzio Nova ci ha permesso di avere una visione diversa, più puntuale su queste problematiche».

Antonio D’Alessandro, Presidente Nova Consorzio nazionale per l’innovazione sociale, ha aggiunto: «Diagrammi Nord è stato un elemento di coagulazione di storie e approcci. Nei vari territori abbiamo stretto alleanze con chi già lavorava o voleva interessarsi al fenomeno. Importantissimo è stato il rapporto con l’ispettorato del lavoro. Altrettanto importante è stata la collaborazione con le istituzioni locali. Ma soprattutto questo progetto non sarebbe stato così efficace e così significativo se non ci fosse stato il coinvolgimento diretto delle persone che lo hanno portato avanti. Il lavoro che è stato fatto è andato al di là del mandato, con una condivisione emotiva fondamentale».

Fabrizio Tenna, Direttore Centrale Valutativa, ha coinvolto i partecipanti in un’analisi d’insieme, spiegando che «Diagrammi è rappresentato da un partenariato misto all’interno di un contesto multiregionale. I partner coinvolti non avevano mai lavorato insieme prima nell’ottica del rafforzamento dei rapporti di rete in termini di governance». Sulla stessa linea la valutatrice Pina De Angelis: «Questa è un’azione che dovrebbe essere sicuramente continuata. Coordinarsi regionalmente e tra regioni diventa fondamentale sia nel seguire il percorso dei migranti sia nel riconoscere le competenze di ciascuno».

A proposito delle strategie e dei risultati raggiunti, Vincenzo Castelli, Coordinatore generale Diagrammi Nord, ha spiegato: «Siamo diventati una squadra che forse in futuro potrebbe continuare a lavorare insieme. Avevamo 7930 persone da raggiungere, ne abbiamo raggiunte più di 20.000. Sono state erogate 6817 ore di attività in percorsi formativi per l’integrazione lavorativa, linguistica e abitativa. Abbiamo coinvolto più di 1300 imprese agricole, fatto un lavoro davvero incredibile».

La tavola rotonda nella seconda parte della giornata ha visto l’intervento di Massimiliano D’Alessio, Responsabile Area Studi e Ricerche Fondazione Metes, il quale ha ribadito: «Abbiamo lavorato in maniera importante su due linee di attività: approfondire il grado di conoscenza del fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato e provare a rafforzare le competenze degli operatori di progetto, ma non solo. Abbiamo messo le nostre conoscenze a disposizione di tutti gli stakeholder che oggi in Italia si confrontano sul tema dello sfruttamento lavorativo e del caporalato».

Di seguito, Alessandra De Ioannon, Coordinatrice nazionale Diagrammi Nord, Flai-Cgil, ha illustrato: «Abbiamo avuto l’opportunità di condividere dei passaggi importanti di metodo che abbiamo messo in campo proprio sul tema della capacity building tessendo una rete multilivello e multidisciplinare virtuosa, orientata a dare delle risposte concrete, strutturate ai bisogni e alle esigenze della popolazione straniera. Abbiamo lavorato nell’area dell’emersione con l’esercizio del sindacato di strada, avendo così l’occasione di incontrare le persone vulnerabili e di rilevare i loro bisogni. Abbiamo sviluppato un approccio partecipato e laboratoriale che ha coinvolto i saperi territoriali e ha permesso la definizione di specifiche intese che sono state poi supportate da strumenti, programmatori e pianificatori che puntavano a migliorare il contesto in cui si sarebbero svolte e attuate le azioni progettuali».

Salomè Archain, Ricercatrice Adir, ha poi riferito: «Il nostro tentativo è stato quello non tanto di presentare delle lezioni su tematiche e informazioni e sulla complessità giuridica, sugli strumenti che potevano essere adottati a livello territoriale, quello che abbiamo provato a fare è stato di coinvolgere Presidenti e Commissari delle diverse commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale, coinvolgere l’ispettorato del lavoro e interrogare le procure della Repubblica su come si pongono davanti alle vittime di sfruttamento lavorativo e sulle criticità incontrate».

Carmela Morabito, Coordinatrice regionale Lazio Diagrammi Nord, Parsec, ha commentato: «Abbiamo avuto la possibilità di sperimentare metodologie differenziate tra loro a seconda del target che avevamo davanti e questo è un bagaglio che ci portiamo dietro e abbiamo portato dentro Diagrammi Nord. Noi siamo sempre stati dentro i territori. Non ci accontentiamo della rappresentazione di un fenomeno. ma andiamo dentro a quel fenomeno».

Paola Caravanna, Operatrice OIM, ha affermato: «Il progetto Diagrammi ci ha permesso di conoscere una realtà e di toccare con mano una consonanza che va oltre le diverse prospettive e i diversi punti di vista. Da subito abbiamo provato a mettere in congiunzione tutte le nostre progettualità immaginandoci come un team unico, trasversale. Sicuramente Diagrammi è stato uno strumento per dare risposte concrete alla moltitudine di persone che ha intercettato e in tempi compatibili con le loro vite».

Daniele Caucci, Coordinatore Diagrammi Nord-Associazione Terra, ha spiegato: «Lavorare in un settore come quello dell’agricoltura è molto complesso perché è un settore precario, stagionale per definizione. Non potevamo girare la testa di fronte ai problemi sociali dell’agricoltura. Noi negli anni, con tanta passione, abbiamo analizzato ogni singolo pezzetto della filiera, partendo dal campo e arrivando fino al consumo. Tutte le aziende agricole che abbiamo coinvolto hanno partecipato in maniera entusiasta quando siamo andati a presentare le attività. Se non ci fosse stato il partenariato, avremmo incontrato numerose difficoltà nell’implementazione delle attività».

La sezione dedicata alla formazione ha visto l’intervento di Marzia Papa, Progettista Fondazione Metes, la quale ha chiarito: «Il processo di integrazione non è semplice per nessuno straniero che si trova in un Paese nuovo. La società d’accoglienza ha delle responsabilità importanti. Imparare una nuova lingua è un obbligo senza però pensare che dietro a una comunicazione linguistica c’è un mondo culturale, un mondo strutturale. Un corso di lingua deve essere anche veicolo di una costruzione per un’identità culturale».

A fine della prima giornata Giuseppe Gizzi, Responsabile Relazioni Industriali AGCI, ha concluso i lavori: «Abbiamo coinvolto un tessuto imprenditoriale attento e cooperativo creando delle filiere di raccordo con organizzazioni professionali a noi vicine e con le quali abbiamo messo in campo un’azione di informazione sulla rete del lavoro agricolo di qualità e sulla possibilità della formazione. Abbiamo introdotto una mutualità forte, un seme che abbiamo lanciato e sul quale siamo tutti impegnati e del quale siamo fieri».

La seconda giornata ha visto Gianluca Mannucci, Coordinatore Regionale Umbria Diagrammi Nord-Borgorete, alla guida della tavola rotonda: «Le parole chiave di ieri hanno evidenziato una forte sottolineatura delle persone coinvolte viste come lavoratori e non vittime. C’è la necessità di riscrivere con loro un percorso che sia di controtendenza rispetto quello che incontrano nell’esperienza di sfruttamento in Italia».

Romina Papetti, Coordinatrice progetto S.O.L.e.IL Regione Lazio, ha ripreso: «Cosa dobbiamo fare per portare avanti un’azione integrata che punti alla realizzazione di servizi alla persona efficaci? La DG Immigrazione ha inteso allargare gli ambiti di intervento. I progetti dovrebbero lasciare delle cose infrastrutturali, ma anche dei cambiamenti per la persona che si affaccia al progetto. Si stima di intercettare, dare ascolto e supporto a 3450 persone, con l’augurio che possano uscirne con una modifica che dia loro un lavoro dignitoso, sicuro, regolare e duraturo nel tempo».

Emilio Santoro, Direttore Adir, ha asserito: «Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che la nostra legislazione per le vittime non è fatta per gli sfruttati sul lavoro. I nostri sistemi di protezione sono legati al fatto che di base è un problema di sussistenza. Diagrammi Nord ci ha insegnato che non si possono vincere le sfide al primo tentativo, c’è sempre un lavoro impegnativo da portare avanti».

A proposito dei percorsi di prevenzione, emersione, presa in carico, inclusione da costruire, Tiziana Bianchini, Coordinatrice regionale Lombardia Diagrammi Nord-Cooperativa Lotta contro l’emarginazione, ha affermato: «La Lombardia è una terra di frontiera. A Milano arrivano e transitano migliaia di persone che vogliono muoversi verso il Nord Europa. Abbiamo agganciato tantissime persone. Eravamo nei luoghi dove venivano sfruttate. Attraverso Diagrammi abbiamo sperimentato un nuovo modo con cui interfacciarci ai beneficiari. Inoltre, l’esperienza di Diagrammi è stata interessante e importante per l’orientamento e la costruzione della rete».

Laura Calafà, Coordinatrice progetto Farm-Università degli Studi di Verona, ha proseguito: «Abbiamo lavorato con 17 partner creando una Rete che deve essere strutturale e stabile. I risultati prodotti stanno diventando parte nuova di un confronto per chi non ha fatto parte del progetto. Nei prossimi anni vorremmo portare avanti la ricerca su questi filoni creando un dialogo interdisciplinare continuativo».

Stefano Carboni, Coordinatore progetto Demetra, ha confermato: «Noi possiamo immaginarci di costruire i migliori percorsi, ma dobbiamo renderci conto che abbiamo delle normative stingenti. Quello che stiamo provando a costruire è un sistema estremamente innovativo. Quando costruiamo dei percorsi seri riusciamo a raggiungere traguardi importanti. Le risorse sono tante, ma vanno utilizzate nel miglior modo possibile».

A proposito degli input di un intervento ampio e articolato realizzato in seno a progetti quali, Su.Pr.Eme. e  P.I.U. Su.Pr.Eme., Federica Dolente, Project Manager Nova Consorzio nazionale per l’innovazione sociale, ha rammentato: «Su.Pr.Eme. ha permesso di superare le condizioni di illegalità mediante azioni di prevenzione, vigilanza, controllo ed emersione delle situazioni di grave sfruttamento lavorativo in agricoltura. Al momento sono 25 i poli sociali distribuiti nelle cinque regioni del Sud. Gli assi su cui il programma ha lavorato sono stati il miglioramento delle condizioni di accoglienza, il superamento delle condizioni di illegalità, il potenziamento dei servizi sanitari e l’accesso ai servizi territoriali e il consolidamento della governance territoriale. Il progetto ha molto da lasciare».

Giovanni Abbate, Project Manager OIM, ha sostenuto che «il nostro intervento è stato ampio e articolato. Ci ha dato la possibilità di lavorare in tutta Italia creando un bagaglio di esperienze che continuiamo a mettere a disposizione di tutti. Il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo è sempre esistito, ma negli ultimi dieci anni è da riconsiderarsi alla luce del sistema di accoglienza che non è stato in grado di vincere e rispondere alle sfide di integrazione e inclusione. Bisogna continuare a investire sulla capacitazione del sistema di accoglienza».

Giordano Bruno, Direttore INL, ha seguitato: «Non dimentichiamo che lo sfruttamento nasce dal voler guadagnare di più pagando meno chi è indifeso e lavora in situazioni di debolezza. Questo ci sta insegnando quanto lo sfruttamento in alcuni settori è contagioso per altri. La nostra esperienza sta diventando un paradigma e sta evidenziando come i fattori criminogeni hanno delle causalità di tipo normativo, amministrativo e giudiziario. Ci manca una norma sulla vittima, che aiuti le denunce agganciandone la veridicità».

Nell’ultima sessione della giornata si sono alternati alcuni interventi che hanno proposto ai presenti la loro esperienza a proposito dei sistemi che possono essere strutturati come pratiche virtuose. Fabio Sorgoni, Coordinatore regionale Marche Diagrammi Nord-On the Road, ha precisato: «Ci siamo sempre confrontati con un lavoro di scambio che dura da 25 anni. Persone e sistemi che non si conoscevano, oggi si conoscono, portando avanti uno scambio attivo, su più livelli, di buone prassi e lezioni apprese».

Francesca Nicodemi, avvocato, esperta di protezione internazionale, ha informato: «Dobbiamo sviluppare processi che possano favorire l’individuazione di quelli elementi indice di sfruttamento lavorativo. Dall’altra parte è opportuno lavorare sui primi momenti dell’accoglienza, occasioni adeguate per poter intercettare e identificare eventuali elementi di tratta. Sicuramente ci sono dei margini di miglioramento relativi alla possibilità di far rinascere questo sistema».

Gianpietro Losapio, Direttore Nova Consorzio nazionale per l’innovazione sociale, ha completato: «Una buona azione di sistema è tale se genera una nuova domanda di cambiamento, possibilmente diversa e più articolata rispetto a quella di partenza. Penso che questi due giorni siano la testimonianza del fatto che Diagrammi Nord ha generato una nuova domanda di cambiamento perché la densità dei temi è stata molto particolare.

Cosa lascia Diagrammi Nord? Dal punto di vista quantitativo lascia molte cose. Tre modelli, sistemi diversi di lavoro che sul campo si sono confrontati: quello del sindacato, quello del lavoro di strada e quello dei mediatori interculturali di OIM. Diagrammi Nord è stata sicuramente una costruzione di un capitale diffuso molto ampio, rappresentato appunto da queste reti. Bisogna che il sistema istituzionale pensi a prendersi cura di queste reti e nel prendersi cura di queste reti penso che una parte importante debba averla la formazione delle numerosissime figure professionali necessarie».

Tatiana Esposito, Direttore DG Immigrazione Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha concluso: «Io penso che sia importante ripartire dal tavolo nazionale che è stato convocato il 19 dicembre. Si chiama in causa la responsabilità di regioni e comuni sulle azioni da intraprendere e gli obiettivi verso cui tendere a tutti i livelli di governo. Avanzamenti molto positivi ci sono stati, come ci hanno raccontato proprio stamattina i colleghi dell’Ispettorato e IOM. Gli avanzamenti che sono stati compiuti sul tema delle ispezioni sono stati compiuti anche sulla tema della filiera che era una delle priorità del Piano Triennale. Ognuno deve fare il suo. Lo dico anche con riferimento a quelle che sono le competenze formalmente attribuite anche dalla Carta costituzionale, dalla normativa nazionale e comunitaria. Noi sicuramente continueremo a fare da stimolo, da pungolo, da sostegno. Continueremo – anche con il vostro aiuto – a fare dei passi avanti e a far sì che ciascuno faccia il suo mettendosi in collegamento con tutti gli altri».

La due giorni del seminario interregionale del Progetto Diagrammi Nord ha tracciato e definito la collaborazione tra Istituzioni, Prefetture, Associazioni, Enti datoriali, Sindacato ed operatori del Terzo Settore. Insieme, per oltre due anni, si sono realizzati interventi di inclusione e integrazione socio-lavorativa finalizzati alla prevenzione e al contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura.

Una grande sfida vissuta nella prospettiva comune di trovare nuovi impulsi e nuova forza per portare avanti un progetto dal grande valore sociale, un modello dignitoso, duraturo nel tempo che punti a saldare i legami della rete, a sviluppare e disseminare buone pratiche non perdendo mai di vista i diritti e la salvaguardia dei lavoratori e delle lavoratrici presenti sul territorio nazionale.

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