Venerdì 25 novembre 2022 nella Sala Fiume del Museo Grandi Fiumi di Rovigo si è tenuto il seminario conclusivo del Progetto Di.Agr.A.M.M.I. Nord per la regione Veneto.
Presenti per l’occasione le autorità istituzionali, l’Ispettorato interregionale del lavoro e i partner di progetto che hanno svolto attività per promuovere la lotta al caporalato, allo sfruttamento lavorativo e per la creazione di una rete di protezione territoriale.
In presentazione del progetto, Vincenzo Castelli, coordinatore nazionale Diagrammi Nord, ha esordito: «È stato un lungo lavoro che ci ha visto insieme per 29 mesi. Abbiamo messo insieme il mondo della cooperazione sociale, il mondo datoriale e il sindacato. Abbiamo realizzato processi a intensità diversificata sui fenomeni e relativi interventi come la tratta di esseri umani, il grande sfruttamento lavorativo e queste tre tematiche sono ovviamente correlate tra loro. Abbiamo alle spalle un grosso lavoro di formazione che abbiamo avviato con le forze dell’ordine, con l’ispettorato del lavoro e il sindacato. Abbiamo fatto un lavoro che significa programmazione del presente ma soprattutto del futuro».
Giosuè Mattei, Segretario Generale Flai Cgil Veneto e coordinatore del progetto in Veneto, ha proseguito: «Siamo partiti con l’ambizione di fare rete, di fare squadra, consapevoli del fatto che il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato è diventato tema sensibile anche nell’opinione pubblica. Siamo stati in grado di far emergere e di portare alla ribalta dell’opinione pubblica un tema importante che invece per certi versi è sempre stato relegato perché considerato non presente all’interno del tessuto economico e produttivo della regione. Un fenomeno marginale, raro, sporadico che invece siamo stati in grado di dimostrare attraverso il lavoro fatto di denuncia e di protezione nei confronti di questi lavoratori. È un’emergenza con la quale dobbiamo misurarci, occorre fare rete, occorre mettere in contatto sinergie e collaborazioni. Occorre costruire una rete di protezione per questi lavoratori che noi abbiamo stimato essere circa 6000 “invisibili” nel nostro tessuto produttivo. Questi lavoratori spesso non riescono a emergere perché non riescono a comunicare, non riescono ad approcciarsi anche con i soggetti sindacali del terzo settore. C’è un problema che riguarda le abitazioni, perchè il caporale mette a disposizione un alloggio fatiscente, non degno di un Paese civile come il nostro. Crediamo che questo sia un punto di partenza, perché Diagrammi forse formalmente finisce oggi, ma da oggi è per noi un punto di partenza per continuare la nostra azione».
La parte centrale dell’incontro ha visto la partecipazione delle Ats e dei partner che, raccontando le singole esperienze, hanno delineato una diapositiva di ciò che hanno realizzato durante la programmazione con riferimento alle sensazioni, ai punti di forza, ai destinatari coinvolti e le criticità vissute. Nello specifico si sono alternati gli interventi dei referenti di Villaggio Globale, Ats Porto Alegre, Terra! Agci e Flai Cgil – Fondazione Metes che hanno raccontato dei loro interventi di integrazione socio-lavorativa e mediazione abitativa al fine di prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo e il fenomeno del caporalato. I beneficiari hanno potuto usufruire di supporto legale, sociosanitario, abitativo, oltre che di corsi di lingua e laboratori di ricerca attiva del lavoro.
Clemente di Nuzzo, Prefetto di Rovigo, ha aggiunto: «La rete di collaborazione è il valore aggiunto e momento vincente. Le problematiche di legalità del settore agricolo si estrinsecano in più direzioni. Vi sono forme di intermediazione, di reclutamento, di organizzazione della manodopera al di fuori dei canali di collocamento regolari in violazione delle disposizioni in materia di orario di lavoro, di salari e di contributi previdenziali. La violazione delle normative determinano condizioni di vita e di lavoro degradanti per i lavoratori e le lavoratrici. Il fenomeno del caporalato è una realtà tangibile in Veneto. Sottolineo l’importanza delle segnalazioni che provengono anche dal mondo sindacale perché consentono di raggiungere quelle realtà anche estremamente periferiche che spesso sfuggono dal controllo. I circuiti di collaborazione che si sono attivati, proprio come quelli scaturiti appunto da questo progetto, lasciano tracce ben incisive nel modus operandi di tutti i soggetti delle diverse istituzioni. Credo che abbiamo conseguito dei risultati molto importanti. Nell’ambito del Consiglio territoriale per l’immigrazione, opera un tavolo per il contrasto del caporalato e per la legalità nel lavoro agricolo che vede coinvolti appunto tutti i soggetti. Occorre che tutte le componenti territoriali nazionali facciano un fronte comune per mettere in atto ciascuno i propri punti di osservazione secondo le proprie competenze, efficacia nell’attività di prevenzione e di controllo del territorio che dia veramente un contrasto efficace».
Laura Calafa, Università di Verona, ha raccontato: «Io sono qui con l’università e quindi come soggetto istituzionale diverso. Rispetto le attività che sono state svolte dal progetto Diagrammi ci siamo mossi su Lombardia, Trentino-Alto Adige e due province. Io credo che la questione dei dati sia importante per poter fare un confronto per segnalare i problemi e assumerci la responsabilità di affermare che siamo arrivati fin qui. Un aspetto molto importante è la faccenda della rete che deve essere sostenuta, deve avere una sede istituzionale nella quale funzionare, deve avere un supporto fattuale, non banale. Per il prossimo futuro vorrei che con le imprese agricole del sociale proviamo a darci un appuntamento per scrivere al presidente della Regione di quelli che sono stati i nostri punti di arrivo del progetto».
Ed ancora Letizia Bertazzon, Veneto Lavoro, ha affermato: «Cercherò di fornire un monitoraggio puntuale, preciso, veloce su quelle che sono le dinamiche occupazionali e ciò che può consentire di conoscere meglio che cosa sta succedendo, di conoscere meglio il settore ma anche di poter rintracciare in tempo utile quei campanelli d’allarme che possono in qualche modo aiutare chi opera attivamente. Ci sono dinamiche che devono sicuramente essere tenute sotto controllo. La parte conoscitiva è una precondizione indispensabile proprio per rintracciare i problemi. Stiamo analizzando le dinamiche di reclutamento più recenti che hanno interessato le aziende agricole per cercare in qualche modo di dare una risposta».
Alessandro Rebba, Veneto Lavoro, ha sottolineato: «In generale le aziende tendono a utilizzare vari canali, tra cui il passaparola, quello più usato da sempre. Il lavoro stagionale è molto frammentario. Penso che si possa creare una rete che fornisca delle proposte concrete. Credo che possa essere d’aiuto a questo settore anche perché i lavoratori ci sono, sono sempre disponibili quando si rivolgono a noi».
Mirko Bolzoni, Veneto Lavoro, ha ribadito: «Il progetto Diagrammi è stata un’occasione per disegnare un nuovo modello. Abbiamo dimostrato ai ragazzi e alle ragazze che incontriamo che esiste un’Italia diversa, un Paese costituito dalle istituzioni che sono state vicine a questo progetto di emersione. Ad esempio, i sindacati o le realtà private sociali che hanno realizzato una presa in carico a 360°. Ciascuno di noi rappresenta il nodo di altri e di altre conoscenze».
Rosa Rubino, Ispettorato interregionale del Lavoro, ha coinvolto i presenti in un’analisi di contesto affermando che «siamo presenti su tutto il territorio italiano. Uno degli elementi importanti che ha svolto l’Ispettorato è stato anche il ruolo di informazione, di interpretazione e applicazione della normativa in materia di lavoro e delle regole che devono essere applicate e che si pongono come finalità non solo la repressione, ma la prevenzione e più in generale una cultura della legalità. Uno degli elementi sul quale l’Ispettorato nazionale punta molto è la formazione della cultura, assicurando una tutela quanto più ampia possibile e cercando di valutare il fenomeno in tutta la sua ampiezza e non solo dal punto di vista strettamente locale. Finora si parlava solo di lavoro sommerso. La parola caporalato non veniva neanche fuori, non emergeva come se non se ne potesse parlare».
Nicola Grigion, Cittalia – Fondazione Anci, ha considerato che «la domanda è sempre quella: cosa ci manca? Perché siamo insufficienti? È questa la sensazione che abbiamo tutti se siamo ancora qui a parlarne. Dobbiamo provare a capire se riusciamo a mettere in campo dei processi diversi, al di là dei servizi, dei processi tra noi e tra tutti gli enti coinvolti per lasciare delle infrastrutture e non solo tantissimi interventi, ma proprio di luoghi di lavoro condiviso».
In chiusura della giornata formativa, Gregorio Mungari, Consigliere Nova Consorzio per l’innovazione sociale, ha concluso: «L’importanza di questa partnership risiede nella voglia di trovare nuove formule per affrontare i problemi. La complessità di queste situazioni non può essere assolutamente affrontata in modo solitario ed è emerso anche chiaramente in tutti gli interventi di questa mattina. Una serie di criticità richiederanno maggiore impegno nel futuro e un impegno che potrà essere dunque rinnovato attraverso la capacità di stare insieme, la voglia di mantenere in vita queste reti che hanno provocato molta fatica. È chiaro che stare insieme non è semplice, ma è l’unica strada per poter affrontare problemi complessi. In questa direzione va anche la metodologia del coinvolgimento delle istituzioni. Il Consorzio Nova infatti rilancia la propria attività nel prossimo futuro, dando supporto soprattutto alle istituzioni nella individuazione delle pratiche che possono essere messe in campo per affrontare temi come quello del lavoro irregolare».
Ancora una volta è emersa la peculiarità di questo progetto innovativo ed importante che, sviluppato in otto regioni italiane, ha assunto una rilevanza enormemente significativa nel Veneto per continuare a tutelare i più deboli dal fenomeno dello sfruttamento lavorativo presente non solo in agricoltura.
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