È “In buon mani”, la storia candidata da TAM TAM Basketball, la vincitrice con 1408 like del premio web del contest “Oltre il ghetto. Storie di libertà”, il concorso indetto nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia rivolto alle organizzazioni del pubblico e del privato sociale che si occupano di emersione dal caporalato in Puglia, Campania, Calabria, Basilicata e Sicilia.
Attraverso lo sport come mezzo di inclusione sociale, TAM TAM Basket cerca di dare speranza, futuro e alternative allo sfruttamento, a ragazzi e ragazze di seconda generazione tra i 12 e i 18 anni dell’area di Castelvolturno, in Campania. Esattamente nella frazione Villaggio Coppola, pensata come luogo di villeggiatura dei napoletani e diventata dopo i terremoti a cavallo degli anni ‘80 rifugio di migranti che hanno occupato gli edifici abbandonati. «Il territorio – ci hanno raccontato i protagonisti – è diventato terreno privilegiato della criminalità organizzata, italiana e straniera, che condiziona pesantemente la vita dei cittadini».
In questo contesto si innesta la storia di TAM TAM Basket, che dal 2016 coinvolge i figli degli immigrati della zona e dà loro occasione di pensare che possa esserci un’alternativa a una condizione di sfruttamento e schiavitù, agricola e non. «I ragazzi non avevano idea di cosa fosse lo sport perché non lo avevano mai praticato. Non avevano i mezzi, i soldi per fare sport. Una cosa molto triste», ci spiega Massimo Antonelli, l’allenatore della squadra.
La strada, però, è impervia e piena di ostacoli. Antonelli ha cercato di iscrivere la squadra ai campionati della Federazione Internazionale Pallacanestro (FIP), ma i regolamenti impedivano di poter tesserare più di due giocatori stranieri e pertanto non consentivano a TAM TAM di poter partecipare ai campionati, perché composta da giovani di seconda generazione originari di altri Paesi. La vicenda diventa di interesse nazionale, arriva in Parlamento, e porta a una norma che stabilisce che tutti i minori stranieri residenti in Italia e regolarmente iscritti a scuola da almeno un anno devono godere nello sport degli stessi diritti dei loro coetanei italiani. Di questa legge possono beneficiare oggi più di 800mila minori stranieri nati in Italia.
Nel 2019, dopo due anni di impegno, il gruppo under 15 vince il campionato regionale della Campania su 76 squadre iscritte.
Ma Tam Tam non è solo una storia di sport. È storia di inclusione sociale e auto-realizzazione. «Quando gioco a basket provo ogni tipo di emozione, libero come un uccello che vola in cielo. Stare in campo mi aiuta a tenere i problemi lontano», racconta nel video reportage uno dei ragazzi della squadra.
«Le famiglie sanno che i loro figli sono in buone mani. Gli facciamo capire l’importanza dello studio e che se non studiano avranno prospettive di lavoro molto umili e pesanti. Come già accade ai loro genitori», ci dicono da TAM TAM. Gli allenatori e i volontari si prendono cura dei ragazzi e offrono supporto anche ai familiari. Insieme ad altre realtà del terzo settore, hanno lavorato affinché le famiglie potessero accedere ai redditi di emergenza, benché in condizioni di irregolarità. «Se vedessi un giorno uno dei miei ragazzi ingaggiato da un caporale, ci rimarrei molto male – racconta mister Antonelli – significherebbe che ho fallito nel mio lavoro».
TAM TAM ha annunciato che il premio di 3.000 euro contribuirà a garantire ai ragazzi di allenarsi sempre in sicurezza. Sul canale YouTube del progetto Su.Pr.Eme. è possibile vedere il video nelle versioni sottotitolate in italiano e in inglese.
A breve, tra le rimanenti quattro storie finaliste, la giuria tecnica decreterà la seconda vincitrice del contest.
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