La giuria di “Oltre il ghetto” ha portato a termine la selezione fra le venti storie finaliste del concorso narrativo rivolto agli enti impegnati nel contrasto al caporalato, realizzato nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate), finanziato dai fondi AMIF – Emergency Funds (AP2019) della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs e finalizzato a divulgare i racconti dei migranti fuoriusciti dalla rete dello sfruttamento, a far conoscere il lavoro degli enti impegnati in questa lotta e a sensibilizzare la popolazione.
Di seguito le cinque storie che si aggiudicano la produzione di un video-reportage professionale. Ben due provengono dalla Puglia, candidate rispettivamente dalla Comunità Africana di Brindisi e provincia e da Ufficio Migrantes di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e Associazione Alter Ego.
“In buone mani. La storia di Tam Tam Basketball” Lo sport come inclusione per ragazzi e ragazze di seconda generazione tra i 12 e i 18 anni. È la storia di Tam Tam Basket, progetto che prova a dare un’alternativa a famiglie di persone provenienti dall’Africa nell’area di Castel Volturno. Molti dei genitori hanno un percorso di irregolarità che li rende vulnerabili allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata.
La storia di Tam Tam Basket è stata candidata da Tam Tam Basketball A.S.D. (Castel Volturno).
“Luci su Rosarno. La storia di Ibrahim”Dopo un passato di sfruttamento in agricoltura in Piemonte e Calabria, Ibrahim Diabate contribuisce alla nascita di SOS Rosarno. Con Mediterranean Hope ha ideato il progetto “Luci su Rosarno”, per illuminare le strade della piana di Gioia Tauro ed evitare incidenti ai braccianti che si muovono in bici. E così, simbolicamente, “fare luce” sui diritti dei lavoratori in agricoltura.
La storia di Ibrahim è stata candidata da Mediterranean Hope (Rosarno).
“Dal Mali all’impegno per i braccianti e le vittime di tratta in Italia. La storia di Drissa”Fuggito dal Mali nel 2007, Drissa Doumbya per anni lavora nelle campagne di Foggia, Rosarno e Brindisi al soldo di caporali della Capitanata e della piana di Gioia Tauro. Poi trova lavoro come lavapiatti, si innamora della cucina italiana e decide di studiare per diventare chef. È la sua svolta. A Brindisi ha fondato una delle prime Comunità africane di Puglia.
La storia di Drissa è stata candidata dalla Comunità Africana di Brindisi e provincia (Brindisi).
“Non basta una vita per imparare. La storia di Batch” Dopo aver rischiato di essere rimpatriato in Ghana e aver lavorato sottopagato e senza contratto nei campi di Corleone, Batch Mballow ora fa il mediatore culturale per l’ARCI Porco Rosso di Palermo. Va nei ghetti di Campobello e Cassibile per ascoltare le esigenze e le storie dei braccianti immigrati che lavorano in condizioni di sfruttamento e vivono in situazioni disumane.
La storia di Batch è stata candidata da CISS ONG – Cooperazione internazionale Sud Sud (Palermo).
“La Pista. La strada di Patience” Partita dalla Nigeria per diventare avvocata, in Italia Patty inizia un lungo calvario che dal nord la porta fino alla Pista di Borgo Mezzanone. Lì lavora in fabbrica e nei campi e rischia di morire. Grazie ad alcune associazioni lascia il ghetto. Ora ha un contratto regolare e s’impegna affinché le voci dei migranti siano ascoltate.
La storia di Patience è stata candidata da Ufficio Migrantes di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e Associazione Alter Ego (Borgo Mezzanone, Manfredonia).
I cinque video-reportage saranno pubblicati sulla pagina Facebook del progetto Su.Pr.Eme. Italia. Nella fase conclusiva del concorso, la giuria selezionerà fra loro la storia vincitrice, che si aggiudicherà un premio in denaro di 3mila euro. Un secondo premio dello stesso importo è riservato alla storia che riceverà più like dagli utenti.
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