In questi giorni di grande “dissonanza cognitiva” (come direbbero le nostre psicologhe e i nostri psicologi), immagino l’angoscia e le difficoltà che state vivendo tutte voi e tutti voi.
Eppure, in questo tempo di passioni tristi, continua a nascere la speranza.
Parafrasando un antico proverbio tuareg:
anche se le tende sono lontane, i cuori sono vicini
Stiamo infatti riscoprendo, dopo mesi di semina della paura e dell’odio, il valore della vicinanza, della reciprocità tra tutti (la musica dai balconi, la tombola gridata tra i condomini, la proclamazione della nostra voglia di voler continuare a sperare dalle finestre).
Non si parla più del migrante “brutto sporco e cattivo”, si parla di noi, della nostra essenza umana e profonda.
Il Coronavirus ci sta insegnando a ritrovare l’essenzialità delle relazioni e la profondità dei segni. Ci sta ricordando che va costruita una società più equa: chi non ha una casa ed una certezza economica, per esempio, vive in questo tempo un dramma molto più ampio del nostro.
L’augurio che faccio a tutte e a tutti è dunque quello di avere fiducia nel futuro, di credere ancora in un mondo più essenziale, più giusto e dignitoso, anche grazie al lavoro di tante donne e di tanti uomini, che, come noi, sono appassionati degli altri.
Con l’augurio di rivederci presto,
Un caro saluto
Vincenzo Castelli
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L’articolo “Anche se le tende sono lontane, i cuori sono vicini” proviene da On The Road Cooperativa Sociale.