Siamo abituati a pensare al migrante come una persona sola, che non ha nulla, neanche i documenti. Ma così non è. Su questo ci ha fatto riflettere la professoressa Nives Martini, psicologa e psicoterapeuta transculturale, a margine dell’incontro tenuto martedì scorso a Barletta nell’ambito del Fami Salute – Prevenzione 4.0.
«Che cosa ha portato nella propria valigia il migrante da casa? In senso simbolico, ma anche nella realtà. Quali sono le sue competenze?», si chiede e ci chiede provocatoriamente. Allo stesso tempo, «dovremmo tener conto, noi professionisti della salute mentale che lavoriamo coi migranti, di cosa c’è nella nostra valigia, cioè quali strumenti abbiamo realmente per incontrare l’altro, metterci in un ascolto empatico con lui e potergli stare vicino».
A questo link è possibile visualizzare l’intervista.
L’articolo “Pillole di FAMI”, la valigia del migrante proviene da Oasi2.