“Una marea da sola può sollevare un insieme di barche, ma in una cultura di individui socialmente isolati, atomizzati da sconvolgimenti politici ed economici e separati da ampie disuguaglianze, può anche provocare l’annegamento di milioni di persone”.
Molto profonda questa riflessione tratta da “Solitudine. L’essere umano e il bisogno dell’altro” di John T. Cacioppo, punto di partenza per affrontare il tema dell’accoglienza dei migranti, di cui si discuterà giovedì 22 novembre 2019 a partire dalle 17.30 nell’auditorium “Fratelli Ferrara” del liceo artistico “Federico II Stupor mundi” di Corato, attraverso la presentazione del libro di Kader Diabate e Giancarlo Visitilli dal titolo “La pelle in cui abito”, edito da Laterza.
Nato dalla condivisione di molte realtà associative (Adisco, Aido, Fidapa, Rotary, Casa della poetessa, Presidio del libro, Welcome refugees, Open space, Comunità Oasi2 San Francesco, Tracialand, Diamoci una mano, Centro di orientamento ed educazione teatrale), il progetto nasce dalla necessità, in un particolare momento storico, di facilitare il processo di “accoglienza in famiglia” di stranieri, perlopiù senza sostegno parentale, richiedenti asilo in Italia, che evidenziano serie difficoltà nell’apprendimento della lingua, dovute a scarsa o inesistente alfabetizzazione nel Paese d’origine o a problematiche collegate a vissuti traumatici. Si intende sperimentare nuovi approcci metodologici, volti ad attivare tutte le potenzialità ricettive degli “ospiti” che arrivano in Italia.
La “xenia”, cui si ispirano tutte le associazioni, coinvolte in una rete fitta di intenti, riassume il concetto di “ospitalità e rapporti tra ospite e ospitante” messo in pratica nel mondo greco antico, culla della civiltà.
Altro obiettivo del progetto è la ricerca dei fattori virtuosi che identifichino nello “straniero” giunto in un luogo quegli elementi di trasformazione positiva del territorio, di sviluppo locale e arricchimento multiculturale che dovrebbero essere propri di quest’epoca storica.
La riflessione di Visitilli, docente di lettere, e il vissuto dalle mille sfumature cromatiche di Kader si sono fusi empaticamente attraverso la scrittura, che “nasconde volontariamente qualcosa, in modo che poi venga scoperto”, come scrive lo scoiattolo della penna Italo Calvino.
Il libro è, pertanto, un esempio di come sia possibile annullare le distanze, di qualsiasi natura esse siano, per evitare di diventare “soggetti planetari”, capaci solo di potenziare i livelli di indifferenza sociale.
L’incontro di tante associazioni diventa, quindi, secondo quanto afferma Bauman, “l’antica agorà, luogo pubblico e privato al tempo stesso, in cui la sofferenza del singolo potrebbe essere, finalmente, pensata come problema condiviso e comune.
L’incontro-dibattito sarà lo spunto per riflettere sulla necessità di agire con l’atteggiamento dell’ascolto e dell’accoglienza, ricordando che non si sceglie di accogliere, ma di essere accoglienti, che non bisogna definire criteri e classifiche di bisogno, ma cercare di leggere e dare risposte ai bisogni dei soggetti più fragili e in difficoltà, che non bisogna costruire graduatorie, ma operare senza distinzioni, in base al criterio unico della solidarietà umana.
Anche la scelta della location è ad hoc: il liceo artistico Corato, fucina di ricercate progettualità, luogo deputato del sapere artistico e creativo, che non prescinde mai da quello teorico e solo apparentemente astratto; castello incantato di forme, colori e artisti convinti che “la bellezza salverà il mondo”.
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